Bando 2008
5 Maggio 2008ALLA SERRI IL PREMIO INTERNAZIONALE ELBA DEL 2006
20 Maggio 2008I Finalisti della Edizione 2008
FASE FINALE PER IL PREMIO INTERNAZIONALE ELBA, LA GIURIA HA SCELTO I TRE FINALISTI
PORTOFERRAIO. Un italiano, Andrej Longo, un turco, Ömer Zülfü Livaneli e il francese Jean Echenoz. Tre romanzieri affermati pronti alla sfida finale del “Premio letterario internazionale isola d’Elba”, edizione 2008 che da quest’anno, novità di rilievo, torna per la cerimonia di premiazione nelle piazze elbane, iniziando da Capoliveri. I tre finalisti sono stati scelti, tra i tanti volumi in concorso, dalla giuria tecnica della 36 esima edizione del premio intitolato a Raffaello Brignetti, il giornalista e scrittore elbano d’adozione, considerato uno dei più importanti narratori di mare. Alberto Brandani, presidente della giuria, ha fatto esaminare decine di testi giunti alla segreteria di uno dei primi 40 concorsi nazionali, in un panorama di oltre mille.
Un’edizione purtroppo priva di un protagonista. Per la prima volta non sarà presente il giurato simbolo del premio, con i suoi occhiali spesso appoggiati sulla testa, la voce pacata e sagace, quel Gaspare Barbiellini Amidei, giornalista-scrittore scomparso da alcuni mesi. Un po’ l’anima del premio letterario isolano. Quindi si presentano pronti a tagliare il traguardo i tre autori, rispettivamente di “Dieci”, Longo, isolano di Ischia, (Adelphi), “Felicità”, Livaneli ( Gremese) e il transalpino Echenoz, che firma “Ravel” (Adelphi). Una gara di sapore internazionale, come lo spirito del premio fondato nel 1962 da Rodolfo Doni, decano dei giurati. Per la scelta conclusiva, che verrà resa nota nella serata di sabato 14 giugno 2008, in piazza Matteotti a Capoliveri, entrano in gioco anche 45 giudici lettori, che affiancano gli autorevoli membri della giuria letteraria, giornalisti e scrittori come Ronchey, Giorgino, Giachery, per citarne alcuni.
Previsti anche quest’anno gli incontri pubblici con i tre finalisti, nell’ambito de “Il caffè letterario”, una delle manifestazioni del Premio, presieduto dal Direttore dell’ Apt dell’ Elba, Icilio Disperati,. “Coinvolgeremo anche gli studenti elbani in questi eventi- commenta Disperati- un modo per far circolare e capitalizzare la cultura che emerge dalle nostre iniziative, sostenute da Enti Locali e soprattutto dalla Fondazione del Monte dei Paschi di Siena. I giovani sono impegnati anche in un concorso per baby scrittori e abbiamo in cantiere diversi eventi, collaterali alla serata finale”. Chi sarà quindi l’erede di Zarmandili, vincitore del 2007? Chi andrà nell’albo d’oro insieme a Eugenio Montale, Einrich Böll , Fosco Maraini, Mario Luzi e altri grandi letterati; una questione a tre: Longo, Livaneli o Echenoz.
Andrej Longo, “Dieci” (Adelphi)
Andrej Longo, uno dei talenti nel panorama letterario italiano. Un emergente, come dimostra il successo dei suoi precedenti romanzi. C’è chi lo ha presentato come scrittore “pizzaiolo”, un artista del napoletano laureato a pieni voti in lettere al Dams di Bologna, nonché regista, scenografo ed autore di programmi radiofonici e maestro di scacchi (lui ci tiene a dirlo) .
“Dieci”, è una serie di racconti calati nel cuore partenopeo, impegnato dalle note problematiche legate anche a fatti di camorra, malavita, degrado. Una situazione che pare inverosimile, nella quale sono costretti a vivere milioni di persone: i “forzati” di un mondo che tutti odiano, in un luogo che tutti amano. I dieci racconti, dieci come i dieci comandamenti, disegnano la mappa del dolore, della violenza, delle assurde condizioni in cui una metropoli vive.Longo usa una lingua che attrae quasi tutta fatta di parlato e dialetto.
Ömer Zülfü Livaneli, “Felicità” (Gremese)
Livaneli, è una figura importante nel mondo culturale turco: un narratore di qualità, come dimostra “Felicità”, rimasta per settimane in testa alle classifiche di vendita. Omer Zülfü Livaneli è nato a Ilgin, in Turchia nel 1946. Fu accusato per i suoi ideali politici, ed è stato imprigionato per mesi. Costretto all’esilio in Svezia dove studiò filosofia e musica. Poi emigrò a Parigi, ad Atene e tornò in Turchia nel 1984 e sviluppò la sua vena di scrittore ed anche di regista. “Felicità” vede la giovane Meryem in un villaggio musulmana tradizionalista. Violentata da piccola dallo zio, leader religioso del paese, è poi condannata a morte secondo i costumi locali. In quei frangenti le ragazze vengano portate a fare un tragico “viaggio a Istanbul”, dal quale il boia torna sempre solo. L’assurdo compito capita a suo cugino Cemal. Ma il professor Kurudal, che rifiuta la tradizione, viaggia in barca e conosce i due ragazzi, e offre loro di lavorare a bordo. L’incontro modificherà totalmente le vite dei tre personaggi.
Jean Echenoz,”Ravel” (Adelphi)
Jean Echenoz, nato a Orange nel 1947, vicino ad Avignone, è stimato da sempre dalla critica. Ha vinto con il romanzo “Me ne vado” il Premio Goncourt, conquistando un largo successo nel pubblico. Ha fatto studi di sociologia e di ingegneria civile, poi inizia a scrivere. Numerosi i premi vinti, tra cui il Prix Medicis per ‘Cherokee’ nel 1983, nel novembre 1995 per ‘La grande bionda’ e il Prix Goncourt nel 1999. Nel 2001 ha pubblicato “Jerome Lindon ‘, un omaggio al suo editore scomparso. Il suo stile ironico e la sua visione del mondo, continuano ad affascinare i lettori.’“Ravel” non è una vera e propria biografia del compositore, il protagonista di questo romanzo potrebbe sembrare un enigma, ma di certo affascina. Vive con distacco, in una casa minuscola e complicata, non lontano da Parigi. Un appartamento colmo di miniature, statuette e ninnoli, carillon e giocattoli a molla. Il fascino poi viene semplicemente dal fatto che Ravel, è uno dei musicisti più celebri al mondo.