Pubblicato il Bando per l'edizione 2011 |
Già da alcune settimane il bando del Premio Letterario Internazionale Elba- Raffaello Brignetti per l'anno 2011 è stato portato a conoscenza degli editori nazionali a cura del Comitato Promotore ed è anche consultabile integralmente sul sito www.premioletterarioelba.it.
Il premio, giunto alla sua XXXIX edizione, sarà assegnato ad un'opera di poesia, narrativa, o saggistica, di autore europeo, pubblicata in Italia tra il marzo 2010 ed il febbraio 2011. La scadenza per la presentazione delle opere ai giurati ed alla segreteria del Comitato è fissata per la mezzanotte del 7 marzo prossimo, mentre la cerimonia per la consegna del premio si terrà a Portoferraio la sera del 16 luglio 2011.
Come è noto, la manifestazione nata nel lontano 1962 vide come primo vincitore Alfonso Gatto e negli anni successivi primeggiarono autori del calibro di Heinrich Boll, Eugenio Montale, Michel Tournier, Mario Tobino, Fosco Maraini e tanti altri.
L'ultima edizione (2010) è stata vinta da Benedetta Tobagi con il libro “Come mi batte forte il tuo cuore” (Einaudi).
La più interessante manifestazione culturale dell'estate elbana è sostenuta dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena, dal Comune di Portoferraio, dalla Provincia di Livorno e dall'Azienda di Promozione Turistica dell'Arcipelago Toscano, oltre che da alcuni sponsor privati. |
Benedetta Tobagi vincitrice dell'Edizione 2010 |
Nella Sala della Gran Guardia a Portoferraio, alla presenza dei giornalisti e di un pubblico particolarmente interessato, la Giuria Letteraria ha proclamato la giovane scrittrice Benedetta Tobagi quale vincitrice della XXXVIII edizione del Premio Letterario Internazionale “Isola d’Elba – Raffaello Brignetti” con l’opera “Come mi batte forte il tuo cuore” (editore Einaudi) con la seguente motivazione: “Come mi batte forte il tuo cuore. Storia di mio padre”, di Benedetta Tobagi, edito da Einaudi (2009), dichiara, fin dal titolo, una empatia profonda e dolorosa, osmosi con una figura famigliare e intima, eppure distanziata dalla morte e dalla storia politica di un insanguinato Novecento

Libro di grande rilievo, storico e umano, nella variegata classe delle testimonianze dai cosiddetti anni di piombo, ricostruisce con rara perizia, e il ricorso a un duplice ordine di archivi, quello delle carte e quello del cuore, una stagione infida e crudele dell'Italia di trent'anni or sono. Inchiesta su come maturò l'assassinio di Walter Tobagi, giovane e già affermata firma del “Corriere della Sera”. Inchiesta sulle modalità con cui quel delitto efferato, forse anche annunciato, fu eseguito, la mattina di un piovoso 28 maggio 1980, da una banda raccogliticcia, denominatasi Brigata XXVIII Marzo, di sei terroristi, età compresa fra i 20 e i 29 anni, desiderosi di accreditarsi presso i piani alti della criminalità brigatista.
Esemplare analisi retrospettiva di un capitolo di storia italiana in cui anche l'assetto della nostra democrazia fu a rischio nella congiuntura che vide confluire e simultaneamente agire gli esiti di un radicalismo politico omicida e strascichi di un malaffare occulto. Analisi che al rigore, per nulla incline a ipotesi non verificabili su prove e riscontri, unisce e fonde la passione, alla severità delle procedure adottate, accoppia un caldo amore di figlia. Ne scaturisce un conio formale originale e di forte suggestione sui lettori. Testimonianza affettiva intensissima sul proprio padre ucciso, che è anche ricerca al cuore di una nuvola infetta di complicità morali prima ancora che politiche, intorno a quell'assassinio. Un frutto intellettuale complesso, questo libro tenero e duro, lucido e struggente, modello di una letteratura come strumento di conoscenza dentro una storia, spesso senza verità.” La cerimonia della consegna del Premio si è tenuta la sera stessa nel chiostro del Centro Culturale De Laugier affollato da un pubblico quanto mai interessato a conoscere le motivazioni che hanno ispirato l’autrice nella stesura del libro vincitore. |
Presentazioni delle opere finaliste al premio 2010 |
Calendario delle presentazioni delle opere finaliste al premio che si terranno c/o presso la Sala Gran Guardia (Porta a Mare) di Portoferraio alle ore 18:00. Ingresso libero:
Venerdì 25 Giugno Come mi batte forte il tuo cuore di Benedetta Tobagi (Editore Einaudi)
Venerdì 2 luglio Gottland di Marius Szczygiel (Editore Nottetempo)
Giovedì 8 Luglio Acciaio di Silvia Avallone (Editore Rizzoli)
Notizie sugli autori e sull’opera:
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Benedetta Tobagi è nata a Milano nel 1977. Laureata in filosofia ha lavorato nella produzione audiovisiva, collabora con giornali e case editrici e si dedicata a studi storici. Sviluppa iniziative culturali e progetti didattici insieme a centri di documentazione e associazioni per la memoria del terrorismo.
Walter Tobagi è morto il 28 maggio 1980, gli hanno sparato alcuni membri di una semisconosciuta formazione terroristica di sinistra, la «Brigata 28 marzo». Tobagi era un giornalista del «Corriere della Sera», era uno storico e il presidente del sindacato dei giornalisti lombardi. Quando è morto aveva trentatre anni, il figlio Luca sette, Benedetta tre. Si può dire che Benedetta non ha conosciuto il padre, di lui conserva solo alcuni fotogrammi di ricordo e una grande incolmabile mancanza. Una volta cresciuta ha deciso di andare alla scoperta di questo padre immensamente amato, e ha provato a raccogliere ogni sua traccia.
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Marius Szczygiel, nato nel 1966, è uno scrittore e giornalista polacco pluripremiato per i suoi reportage in particolare per quelli sulla storia e gli abitanti dell’ex Cecoslovacchia. I suoi testi, tra cronaca e racconto di finzione, hanno conquistato una risonanza internazionale.
Con un talento narrativo che possiedono solo i grandi reporter come Kapuscinski o Terzani, capaci di raccontare la realtà con il fascino della finzione, lo scrittore polacco Mariusz Szczygiel esplora la storia cecoslovacca novecentesca e le sue zone d’ombra attraverso personaggi “secondari”. Scopriamo cosí come l’irresistibile ascesa dell’impero economico delle scarpe Bata sia partita dall’intraprendenza di un calzolaio di Zlín. O quali siano la vicenda tragicomica e i retroscena della costruzione e distruzione della piú grande statua di Stalin al mondo; o la storia dell’attrice Lída Baarová, che prese il tè con Hitler e fece innamorare Goebbels; o, ancora, l’intervista di Milena Jesenská (il grande amore di Kafka) a un contadino filosofo. E poi, che avrà pensato il vignettista che alla fine del 1968 augurò ai lettori “un felice Natale 1989”? E che cos’è Gottland, la Terra di Karel Gott, il “Presley e Pavarotti ceco”? Indimenticabile, poi, la figura di Vera, nipote di Kafka, che oppone la sua caparbia riservatezza all’assedio del mito kafkiano.
Il testo è accompagnato dalle bellissime immagini del fotografo ceco Pavel Stecha.
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Silvia Avallone è nata a Biella nel 1984 e vive a Bologna, dove si è laureata in filosofia. Questo è il suo primo romanzo.
Nei casermoni di via Stalingrado a Piombino avere quattordici anni è difficile. E se tuo padre è un buono a nulla o si spezza la schiena nelle acciaierie che danno pane e disperazione a mezza città, il massimo che puoi desiderare è una serata al pattinodromo, o avere un fratello che comandi il branco, o trovare il tuo nome scritto su una panchina. Lo sanno bene Anna e Francesca, amiche inseparabili che tra quelle case popolari si sono trovate e scelte. Quando il corpo adolescente inizia a cambiare, a esplodere sotto i vestiti, in un posto così non hai alternative: o ti nascondi e resti tagliata fuori, oppure sbatti in faccia agli altri la tua bellezza, la usi con violenza e speri che ti aiuti a essere qualcuno. Loro ci provano, convinte che per sopravvivere basti lottare, ma la vita è feroce e non si piega, scorre immobile senza vie d’uscita. Poi un giorno arriva l’amore, però arriva male, le poche certezze vanno in frantumi e anche l’amicizia invincibile tra Anna e Francesca si incrina, sanguina, comincia a far male. Attraverso gli occhi di due ragazzine che diventano grandi, Silvia Avallone ci racconta un’Italia in cerca d’identità e di voce, apre uno squarcio su un’inedita periferia operaia nel tempo in cui, si dice, la classe operaia non esiste più. E lo fa con un romanzo potente, che sorprende e non si dimentica.
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I finalisti selezionati dalla Giuria letteraria per l'edizione 2010 |
La Giuria letteraria presieduta da Alberto Brandani e composta da Giorgio Barsotti, Mario Baudino, Marino Biondi, Francesco Carrassi, Giuseppe Conte, Teresa De Santis, Rodolfo Doni, Emerico Giachery, Francesco Giorgino, Giuseppe Mascambruno, Giuseppe Neri, Massimo Onofri, Antonio Patuelli e Silvia Ronchey, ha selezionato la terna finalista che concorre al “Premio Letterario Internazionale Isola d’Elba -Raffaello Brignetti” per il 2010. Le tre opere prescelte, che saranno adesso sottoposte al giudizio di 45 giudici lettori, sono:
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"Acciaio" di Silvia Avallone - editore Rizzoli
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"Come mi batte forte il tuo cuore" di Benedetta Tobagi - editore Einaudi
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"Gottland" di Marius Szczjgiel - editore Nottetempo
La cerimonia per la consegna del premio si terrà a Portoferraio nel settecentesco Centro Culturale De Laugier, la sera di sabato 17 luglio 2010. |
Premio Letterario Elba - Brignetti 2010 |
Si riunisce la Giuria Letteraria per la scelta della terna degli autori finalisti concorrenti al Premio 2010. Nei prossimi giorni saranno resi noti i nomi e i titoli delle opere prescelte.
La consegna del Premio avverrà nella settecentesca atmosfera del chiostro del Centro Culturale De Laugier a Portoferraio, la sera di sabato 17 luglio prossimo. |
LA SCOMPARSA DELLA MOGLIE DI RAFFAELLO BRIGNETTI |
DA IL TIRRENO
1.12.2009
Muore a Roma Ambretta Brignetti. Era
la musa del marito Raffaello
MARCIANA MARINA. E’ morta all’età di 93 anni Ambretta Quaresima Brignetti, moglie di Raffaello Brignetti e musa ispiratrice dello scrittore, allievo di Ungaretti, al quale è intitolato il premio letterario Elba. Si è spenta ieri, nel suo appartamento a Roma, lontano dalla sua isola, da Marciana Marina dove con il marito ha trascorso l’intera esistenza. L’ultima visita all’Elba era stata due anni fa. Negli ultimi tempi le polemiche sollevate intorno alla vicenda della Torre di Marciana Marina, acquistata da Brignetti nel 1953 e ereditata da Ambretta alla morte dello scrittore, l’avevano amareggiata. Ma non per questo era venuto meno il suo
affetto per il territorio al quale il marito aveva saputo dedicare alcune delle sue pagine più belle. Quelle che gli erano valse premi prestigiosi come lo Strega e il Viareggio. La notizia dell’improvvisa scomparsa ha provocato l’immediato cordoglio di quanti hanno avuto modo di conoscerla, a cominciare dal sindaco di Marciana Marina, Andrea Ciumei. Domani a Roma i funerali.
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ENRICO LUPI GIOVANE "GIUDICE LETTORE" DEL PREMIO ELBA, GIUDICA IL PREMIO ELBA |
PORTOFERRAIO. Studenti in giuria al premio letterario internazionale Isola d’Elba, conclusosi lo scorso mese, con la vittoria di Montefoschi. Un fatto non certo comune, quello di dare spazio ai giovani; raro se non unico nel panorama italiano di oltre 1000 concorsi. Una novità voluta dal Comitato che gestisce la massima manifestazione culturale isolana, coordinato da Icilio Disperati. “La letteratura di qualità che entra nelle scuole- dice Disperati- è un’importante chance di crescita”. Il concorso, nato nel 1962 da una idea di Rodolfo Doni, ha registrato fino ad oggi oltre 40 mila presenze, ha promosso circa 2500 libri, ha premiato personaggi come Enrich Böll ed Eugenio Montale, poi Nobel per la letteratura. Non solo, ha prodotto spettacoli di qualità con big come Severino Gazzelloni, Lucio Battisti, Giorgio Albertazzi , Milly Carlucci.
Ed ecco che Enrico Lupi, studente “più” dell’isola, recentemente promosso alla quinta ragioneria del Cerboni, con 10 in tutte le materie, giudice popolare, dice le sue impressioni, a partire dagli incontri del “Caffè letterario” alla Gran Guardia, con i quali sono stati presentati i libri finalisti.
"Mi aspettavo incontri formali, invece si è trattato di un dialogo tra il professore universitario chiamato a criticare il libro, l’autore, quando presente, e i partecipanti.. Non avevo mai ascoltato la critica di un libro e me la immaginavo più improntata sul testo, e, devo ammetterlo, temevo fosse noiosa. Invece la discussione ha spaziato oltre che sul brano e l’autore, anche sul movimento letterario interessato, su episodi e personaggi storico-letterari , su autori e movimenti simili o contrastanti. Un’ottima opportunità per ampliare le conoscenze. La serata finale è stata per me meno interessante perché ripetitiva degli argomenti discussi alla Gran Guardia. Fortunatamente avevo la compagnia di un’amica, con la quale ho parlato e scherzato un po’. Ho letto in maggio i tre libri finalisti, in fretta, perché facevo parte della giuria popolare e il momento della votazione è arrivato presto e dovevo far fronte anche agli ultimi impegni scolastici”. E il giovane da input sui finalsiti “Inverno alla Grand Central" di Lee Stringer, stimolante perché affronta il tema della tossicodipendenza dal punto di vista di chi vi è stato dentro. Il libro vincitore di Montefoschi "Le due ragazze con gli occhi verdi" mi ha un po’ deluso per il fatto che in un romanzo d’amore non vi siano descrizioni particolareggiate delle sensazioni provate dai protagonisti.
L’altra opera finalista, "Quelli che ami non muoiono" di Mario Fortunato, è quella che ho preferito e ho trovato piacevole addentrarmici e scoprire come anche personaggi importanti abbiano abitudini molto simili alle nostre. Ringrazio la mia professoressa Catuogno che mi ha dato l’opportunità di partecipare alla manifestazione”. Poi lo studente chiude con suggerimenti: “L’evento letterario andrebbe pubblicizzato maggiormente fra noi studenti, perché ben pochi ne sono a conoscenza e anche l’organizzazione degli incontri con gli scrittori potrebbe essere migliorata. In caso di ritardo qualcuno dovrebbe avvertire i presenti di tale inconveniente, inoltre penso che una piccola introduzione all’opera, prima dell’incontro vero e proprio, aiuterebbe chi tra i partecipanti non ha letto il libro, oppure chi non ha una vasta conoscenza della letteratura”. (s.b) |
A MONTEFOSCHI IL PREMIO ELBA N°37 |
PORTOFERRAIO. “Le due ragazze con gli occhi verdi” (Rizzoli) di Giorgio Montefoschi è l’opera che si è aggiudicata la XXXVII Edizione del premio letterario internazionale“Isola d’Elba-Raffaello Brignetti”. Lo ha annunciato ieri mattina Alberto Brandani, presidente della giuria letteraria del premio, nel corso della conferenza stampa svoltasi presso l’hotel Airone. Il romanzo ha ottenuto i maggiori consensi fra i rappresentanti della giuria letteraria e i giudici popolari rispetto ai due finalisti che sono stati “Quelli che ami non muoiono” (Bompiani) di Mario Fortunato e “Inverno alla Grand Central” di Lee Stringer . Giorgio Montefoschi, presente ieri sera ai Vigilanti alla consegna del premio, è dunque il successore di Jean Echenoz, il trionfatore del 2008 con il romanzo “Ravel” (Adelphi). Già vincitore del premio Strega nel 1994 con il libro “La casa del padre”, Montefoschi ha scritto un grande romanzo d’amore ambientato nei quartieri bene di Roma. Ha detto il presidente Brandani, parlando dell’opera: «È un libro di notevole valore. Racconta la storia di una piccola borghesia romana spalmata in quattro blocchi temporali». I rimandi letterari sono evidenti; una specie di richiami analogici con Moravia e Cassola, pur restando, l’autore, fedele alla propria individualità. Marino Biondi, altro membro della giuria letteraria, ha aggiunto: «Il libro è un racconto di uno scrittore che vive a contatto con la terra urbana. Descrive fatti ed Eventi che qui succedono.
È facile coglierci analogie con Rudyard Kipling (si veda “Kim”), con Vladimir Nabokov (“Lolita”) e Emily Bronte (“Cime tempestose”), tuttavia l’opera vincitrice è un romanzo d’amore, dove però la persona amata è assente ».Giuseppe Neri ha ribadito di trovarsi di fronte a un’opera letteraria sotto tutti gli aspetti. «Montefoschi – ha detto - è uno scrittore borghese che descrive la realtà con un certo senso critico che fu di Moravia, ma non è Moravia. È un affabulatore di storie le quali, però, sono sganciate dalla realtà storica. Nelle sue pagine non esiste alcun riferimento alle contingenze storiche del momento descritto; Montefoschi scrive della vita, ma non delle storia italiana». Un romanzo d’amore, ma anche di morte E, infine, Massimo Onofri ha ribadito il concetto di trovarsi di fronte a “pagine pressurizzate”, nel senso che le vicende narrate sono sì successe, ma non esiste la storia in cui collocarle. Ieri sera, ai Vigilanti, serata di gala condotta da Gualtiero De Santi. A seguire il concerto di musica classica della “The Bass Gang Quartet”.
Luigi Cignoni (DA IL TIRRENO) |
GLI AMORI DI MONTEFOSCHI EMOZIONANO IL CAFFE' |
 PORTOFERRAIO. "Un Montefoschi "barocco", dalle capacità di narratore eccezionali, che parla di amore e vicende della borghesia romana. Uno scrittore secondo solo a Moravia nel trattare ogni aspetto della vita della capitale. Ora è finalista del Premio Elba con "Le due ragazze con gli occhi verdi" (Rizzoli)". Indicazioni fornite da Marino Biondi, membro della giuria del premio letterario internazionale intitolato alla memoria di Raffello Brignetti, nell'ultimo appuntamento del "Caffè letterario". Biondi, professore associato di «Storia della critica e della storiografia letteraria» nella Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze, è intervenuto in una Gran Guardia affollata di pubblico, presenti diversi giudici lettori, tra cui tre classi delle scuole superiori elbane. Il docente ha dato nuovamente prova delle sue conoscenze e della sua avvolgente capacità oratoria, facendo emergere gli aspetti salienti dell'opera finalista. "E' anche importante sottolineare il successo del "Caffè letterario"- ha detto Icilio Disparati, presidente del Comitato promotore del concorso, che ha presentato l'esperto- purtroppo Giorgio Montefoschi, vincitore del Premio Strega nel 1994 con il romanzo La casa del padre, non è potuto intervenire, ma il professor Biondi ci farà immergere totalmente in questo romanzo scritto con uno stile notevole". E il libro rivela una sorta di dramma del protagonista, Pietro, "ammalato" di sensibilità, di bontà e innocenza. "In questo mondo descritto dall'autore- ha sottolineato l'universitario- non c'è spazio per chi vuol vivere in funzione dell'amore, in assenza di un vero amore. Infatti Pietro, addirittura morirà a 55 anni, per avere sovraccaricato di sentimenti il suo cuore. Montefoschi tratta ancora il romanzo in maniera classica, quasi ottocentesca, ma con grande abilità, ignorando le critiche che preferiscono l'avanguardia, ma la realtà è che oggi la letteratura è aperta a tutte le soluzioni di qualità. L'autore racconta il nostro tempo, la vita con tutte le sue aspettative, i sensi di colpa che esplodono nei protagonisti, chiamati a vivere amori impossibili. Pietro, dopo una grande infatuazione da preadolescente per Laura, amerà quella donna quando ormai sarà sposata e pure, anni più tardi, sua figlia Maria. Si può azzardare- ha concluso Biondi - un'interpretazione filosofica per cui la vita non ha spazio in questa vita. Il protagonista soccombe senza mai essere stato veramente amato". Come al solito non sono mancati interventi nel dibattito seguito alla presentazione, tra cui quelli del membro della giuria letteraria Giorgio Barsotti e della professoressa Gisella Catuogno. Ora la parola passa alle giurie, quella tecnica e quella polare, per dare la sentenza finale e stabilire chi sarà il trionfatore dell'edizione 2009, tra i romanzi finalisti di Fortunato, Stringer e Montefoschi, tutti e tre fatti conoscere al pubblico elbano. |
ULTIMO "CAFFE'" PER MONTEFOSCHI |

PORTOFERRAIO. Ultimo appuntamento del "Caffè letterario" venerdì 29 alle 17,30, nei locali della Gran Guardia, ex Dogana, all'interno della porta medicea a mare, ora adibita a luogo di incontri culturali. Disperati ha invitato Marino Biondi, docente universitario a Firenze, a dire del terzo libro in concorso "Le due ragazze con gli occhi verdi" (Rizzoli), di Giorgio Montefoschi già finalista nel 2004 con "La sposa". Come gli altri due volumi già presentati, Montefoschi punta all'attribuzione del Premio Elba 2009, che verrà assegnato nella serata del 20 giugno prossimo, nella cerimonia fissata al teatro napoleonico dei Vigilanti di piazza Gramsci.
L'eros è protagonista del romanzo. Pietro e Laura si sono amati da ragazzi e si rivedono, casualmente, dopo vent'anni, e di nuovo scoppia una passione, anche se Laura è sposata e madre di due figli. Si rendono conto che stanno forzando le loro vite; i sensi di colpa e un evento drammatico chiudono definitivamente la vicenda. Ma dieci anni più tardi il destino si accanisce e Pietro incontra per caso Maria, la figlia maggiore di Laura. E’ la copia della madre e nascono allora attrazioni, sensi di colpa e la situazione è davvero difficile.
Giorgio Montefoschi (1946) è uno dei maggiori scrittori italiani. tra i suoi romanzi "La casa del padre" (1994, Premio Strega), "Il segreto dell’estrema felicità" (2001), "La sposa" (2003) e "L’idea di perderti" (2006). (s.b)
Marino Biondi
Giuria letteraria Premio Elba
Marino Biondi, membro della giuria del premio letterario internazionale Isola d'Elba, è professore associato di «Storia della critica e della storiografia letteraria» nella Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze. I suoi studi vertono su letteratura e cultura dell’Otto e Novecento. Fra i suoi libri, La provincia e la sua ombra. Uomini e luoghi del Novecento letterario (Vallecchi, 1984); Il sogno e altro. Note di letteratura e psicoanalisi (Gutenberg, 1988); Novecento. Storie e stili del romanzo in Italia (Festina Lente, 1991); La tradizione della città. Cultura e storia a Cesena e in Romagna nell’Otto e Novecento («Società di Studi Romagnoli», 1995); Renato Serra. Biografia dell’ultimo anno nel carteggio con Giuseppe De Robertis (Fara Editore, 1995); Fascismo e cultura. Letteratura arti e spettacolo di un Ventennio (Ponte alle Grazie, 1996); Critica e biografia (Fara Editore, 1997); Erudizione e letteratura («Società di studi Romagnoli», 1999); Prezzolini. Diario di un secolo (Centro di Cultura dell’Alto Adige, 2001); Firenze Novecento. Intellettuali mistici poeti (ivi, 2002); «Italiani e Stranieri. Indagini e letture (ivi, 2003); Romanzi nel tempo. Bilanci di fine secolo (ivi, 2004). Ha curato opere di Renato Serra; Daniello Bartoli, Malaparte, Moravia, Pratolini e Palazzeschi. Presso l’editore fiorentino Polistampa ha pubblicato 4 volumi: Fedele alla critica. Geno Pampaloni e la letteratura contemporanea (2000; cui è stato assegnato nel 2001 il «Fiorino d’oro» per la Saggistica); Scrittori e miti totalitari. Malaparte Pratolini Silone (2002); Scrittori e identità italiana (2004) e La cultura di Prezzolini (2005). Ultime pubblicazioni: La cultura cesenate dal Settecento al Novecento. Il tempo di Renato Serra (Ghigi, 2005); Serra a teatro (Il Ponte Vecchio, 2006); Le passioni del Novecento. Scrittori e critici a Firenze (Le Lettere, 2007). Nel maggio 2007 gli è stato assegnato il Premio Casentino per la Ricerca e la critica letteraria.
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USCIRE DALTUNNEL DELL'EMARGINAZIONE CON LA SCRITTURA |
PORTOFERRAIO. In archivio anche il secondo incontro alla Gran Guardia, con un altro libro finalista e Icilio Disparati intento a fare gli onori di casa come presidente del Comitato promotore del concorso letterario nato nel 1962, giunto alla XXXVII edizione. Di nuovo il giornalista e scrittore Giuseppe Neri è stato impegnato al "Caffè letterario", dopo l'appuntamento con Mario Fortunato, per analizzare, insieme ai convenuti, un altro romanzo che si batte per la vittoria finale, quello dell'americano Lee Stringer, autore di "Inverno alla Grand Central"(nottetempo).
Ieri, dopo l'introduzione del direttore dell'Apt Disperati, ha sottolineato il valore di un'opera-documento, scritta da un uomo che ha vissuto nel mondo dell'emarginazione, compiendo una discesa agli inferi con la tossicodipendenza, nel degrado estremo: un senzatetto. Un'autobiografia che colpisce, come pure lo stile schietto e immediato di scrittura che arriva di certo al cuore del lettore, che può scoprire come viene visto il mondo da chi vive al livello più basso della società. Neri, ha insistito sul fatto, che ha dello straordinario, di come Stringer abbia scoperto un giorno la scrittura e da ciò sia iniziato un cammino di resurrezione, tale da portarlo ad abbandonare i cunicoli sotterranei di New York, per giungere all'attività di scrittore affermato. "Dal ritrovamento casuale di una matita- ha detto Neri, membro della giuria letteraria del Premio Elba - e dal provare ad usarla per dire di sé e di tutto ciò che gli accade, esplode il gusto della vita e alla droga chimica che uccide sostituisce uno stupefacente chiamato scrittura. E' l'inizio di una nuova vita". (nella foto allegata Neri alla Gran Guardia)
Nota su Giuseppe Neri Nato a Sant'Apollinare il 27.12.1936. Laureato in legge, scrittore e critico letterario, ha lavorato in Rai3 dove per quindici anni ha diretto e condotto il rotocalco radiofonico quotidiano”Il Paginone”. Grande terza pagina sonora che si occupava di varie tematiche dalla letteratura all'arte, dalle scienze allo spettacolo, dall'attualità culturale alla rievocazione dei grandi eventi storici, Il Paginone è stato un preciso punto di riferimento per quelle centinaia di migliaia di ascoltatori che volevano crescere intellettualmente e tenersi aggiornati nei vari settori del sapere.Ha ideato centinaia di programmi radiofonici tra i quali la trasmissione cult "Lampì" per Radiotre.Successivamente è stato direttore della programmazione culturale di RadioRaí. Per la sua attività radiofonica ha ricevute numerosi premi e la Garzantina della Radio gli ha dedicato "una voce". Proprio per la sua vasta esperienza in questo settore, è stato chiamato dall'Università di Roma La Sapienza a tenere corsi, lezioni sulla comunicazione radiofonica e i suoi linguaggi. Dopo i suoi esordi su riviste prestigiose come "il Mondo" di Mario Pannunzio, "Tempo presente" di Ignazio Silone e Nícola Chiaromonte; “Nord e Sud” di Francesco Compagna, ha collaborato con il Giornale di Brescia e altri. Ha pubblicato vari libri tra cui “L’uccello di Chagall”, romanzo finalista del Premio Viareggio, per l’opera prima nel 1983. Il libro-inchiesta “Verso il terzo millennio”; quindi i romanzi “Bolero” e “Il sole dell’avvenire”. Importante anche la raccolta di racconti “L’ultima dogana” e “Il letto di Procuste”, fatto di interviste ai maggiori personaggi della cultura del Novecento. (s.b)
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PRESENTATO IL "LETTORE" MARIO FORTUNATO |
PORTOFERRAIO. Successo del primo incontro del "Caffè letterario" 2009, che fa conoscere i testi finalisti del premio dedicato alla memoria di Raffaello Brignetti; Mario Fortunato si è rivelato, come hanno fatto con lui i numerosi Vip raccolti nel suo romanzo, intitolato "Quelli che ami non muoiono"(Bompiani). Un collage di incontri con letterati o noti emblemi del modo culturale della fine 900. Davanti ad una Gran Guardia affollata da alcuni giudici lettori e numerosi studenti del commerciale Cerboni, del liceo Foresi, Icilio Disperati, manager del Premio letterario Elba, ha avviato il primo dei tre appuntamenti e Giuseppe Neri, giornalista e scrittore della giuria letteraria guidata da Alberto Brandani, ha introdotto lo scrittore di origine calabrese. Ha detto di una narrazione frutto delle conoscenze dirette di Fortunato, che in sintesi estrema esprime la gratitudine per le stese conoscenze, conquistate nelle sue esperienze europee. Fatti che hanno permesso all'autore di capire meglio le opere dei suoi interlocutori, ma anche di formarsi nella sua età giovanile. Ecco che nella pagine dell'opera spuntano Moravia, Ginzburg, quindi Einaudi, Dillon e tanti altri, che il membro del Comitato scientifico della Fondazione Ratti ha amato oppure odiato, in base a come si è sviluppato il rapporto tra lui e i vari soggetti e con i suoi racconti ha inteso renderle ulteriormente immortali i personaggi.
Fortunato ha rivelato che si sente innanzitutto un lettore e in gioventù ha avuto, a partire dagli anni Ottanta, le molteplici conoscenze descritte. "Come accade - ha detto- ad un giovane pittore che si esercita nel riprodurre la Gioconda, io ho avuto sempre più bisogno di passare dalle vesti di lettore a quelle di scrittore". Nel libro ha espresso, senza essere un critico o un docente, le sue impressioni dirette e quindi i suoi giudizi sui vari big di cui è diventato, a vari livelli, amico. "Un testo nato da un trasloco;- ha fatto notare- lasciai l'Inghilterra e in moltepici traslochi raggiunsi la campagna romana. Mi resi conto di possedere documenti, lettere, registrazioni di tanti avvenimenti e ho deciso, alla soglia dei miei 50 anni, di mettere a frutto tutto ciò". Fortunato, ha firmato diversi libri, è stato finalista del Premio Strega nel 2007 , con "I giorni innocenti della guerra" e ha vinto nello stesso anno il Premio Mondello, ed è stato a capo dell’Istituto italiano di cultura a Londra, nonché collaboratore dell'Espresso e di altre testate. Nell'incontro ha risposto a varie domande fatte dai presenti, tra cui Giorgio Barsotti, della giuria letteraria del Premio Elba, Sandra Palombo, poetessa elbana nonché giudice lettore. |
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